L’ARTE NEL PROCESSO DI CURA: AVIS, ANTEAS E COMUNE DI MARCON DONANO UN QUADRO OMNISENSORIALE ALLA RSA “SAN GIORGIO”
A seguito della presentazione del
progetto “Musica Maestra”, ideato dall’équipe della residenza per anziani “San Giorgio”
di Marcon, il lavoro sull’importanza della musica come strumento per rievocare ricordi ed
emozioni passate è stato premiato: la struttura ha ricevuto la donazione da parte della comunità di Marcon di un quadro omni-sensoriale,
realizzato da Picta Olens.
L’opera ha una funzione di terapia guidata
dai 5 sensi - vista, tatto, olfatto, udito e gusto, al sapore di caramelle. L'AVIS
di Marcon che, in collaborazione con ANTEAS, ha organizzato l'iniziativa
“L’arte nel processo di cura”, ha voluto sensibilizzare sul tema dell'Alzheimer
e sul ruolo dell’arteterapia come veicolo comunicativo con la persona con
demenza.
«Arte e cura sono un binomio dagli
importanti benefici. L’arte è capace di stimolare l’identità personale di ogni
individuo, valorizzando le capacità residue degli ospiti affetti da deficit
psico-cognitivi. Ringrazio il presidente di AVIS Antonio Dell’Anna, la
vicepresidente di AVIS di Marcon Anna Dalla Tor, referente del progetto, l'Associazione
Anteas e la presidente Rita Gasparetto, Silvia Lorenzetto di Picta Olens, il
Sindaco Matteo Romanello e tutta la comunità di Marcon per questo importante
dono che apporta un valore aggiunto alla nostra struttura e permetterà la
relazione ai nuovi progetti per gli ospiti» – ha dichiarato la direttrice della
residenza Danijela Filkovska.
«L’idea che le residenze per anziani
siano luoghi chiusi è un concetto ormai superato. La Rsa di Marcon è una delle
residenze più attive sul territorio, in continua collaborazione con enti locali
e scuole, associazioni culturali e di volontariato» - ha aggiunto il direttore
generale di Sereni Orizzonti, Mario Modolo. «Queste occasioni danno la
possibilità alle nostre professioniste, psicologhe ed educatrici, di far
conoscere i progetti speciali e le nuove attività che coinvolgono tutti gli ospiti,
autosufficienti e non, anche grazie all’arte come terapia».